6 scuse che usiamo per non pregare…e una lezione per affrontarle

Domenica 5 marzo

ore 9-10

l’Accademia Teologica Logos offre una lezione gratis sulle seguenti 6 scuse per non pregare…e su come affrontarle.

1. Sono troppo indaffarato per trovare anche il tempo per pregare.

2. Mi sento troppo inaridito spiritualmente per pregare.

3. Io non sento alcun bisogno di pregare.

4. Sono troppo amareggiato per pregare.

5. Mi vergogno troppo per pregare.

6. Io mi accontento della mediocrità.

Sono sicuro che tutti noi ci siamo ritrovati in almeno una di queste sei scuse, e forse in più di una; io di sicuro sì! E forse ci ritroviamo in questo momento in alcune di esse.

Questa è la lezione successiva del corso Imparare a pregare da Paolo.

Se sei in zona, vieni pure da noi alle 9 e avrai tempo (finiamo alle 10) per andare al culto della tua chiesa. Ecco dove si svolgerà la lezione.

Qui c’è un piccolo assaggio dei miei appunti per la lezione.

Tanti di noi hanno impegni famigliari, lavorativi, accademici e così via. Siamo così impegnati che non riusciamo a trovare il tempo per fare le cose che dovremmo fare. Detto questo, il fatto sta che riusciamo a trovare il tempo per fare le cose a cui teniamo davvero. Teniamo davvero alla preghiera? La riteniamo una priorità?

Giovanni 15 parla dell’importanza del dimorare in Gesù. Nei vv. 4-5 Gesù promette: “4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.”

Nel contesto di Giovanni 15 dimorare in Gesù è specificamente legato all’ubbidienza alla sua parola. Ma per ubbidire alla Parola dobbiamo conoscerla e per conoscerla dobbiamo leggerla, ma non solo: dobbiamo anche meditare su di essa. Il Salmo 1 recita: “1 Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; 2 ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.”

Non è un caso poi che il testo prosegue dicendo che chi fa così: “3…sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.” Un aspetto della nostra ubbidienza – gioiosa ubbidienza! – a Dio è la meditazione sulla sua parola.

Come si colloca la meditazione nella vita spirituale? Essa fa parte dello studio della Bibbia o fa parte della preghiera? La risposta è sì ad entrambe le domande. Seguite questa catena. Lo studio della Bibbia ci fornisce la materia prima per meditare sui contenuti della Bibbia, ma anche la preghiera dovrebbe includere la meditazione sulla Bibbia e sul Dio della Bibbia. Quando meditiamo su Dio, sulla base della sua Parola, godiamo della comunione con lui. E questo, a sua volta, ci ricarica le batterie spirituali.

Si può scaricare tutta la dispensa qui.