Il cristianesimo ha aiutato le donne? Risponde Tim Keller

Il cristianesimo ha aiutato le donne? Vediamo come risponde Tim Keller…

“In quanto a religiosità il mondo greco-romano era di larghe vedute e apparentemente tollerante – ciascuno era libero di adorare la/le divinità che preferiva. In tale cultura, però, esistevano delle pratiche assai brutali. Inoltre la società greco-romana era economicamente suddivisa in caste dove il divario tra ricchi e poveri era assai marcato. I cristiani, al contrario, sostenevano l’esistenza di un unico vero Dio: il Salvatore Gesù Cristo, morto per i peccati del mondo. Con la loro vita e la loro condotta, tuttavia, si dimostravano eccezionalmente disponibili nei confronti di coloro che la cultura dominante emarginava. I primi cristiani si mischiavano a genti di razze ed estrazioni sociali assai diverse tra loro e ciò suscitava scandalo e riprovazione negli ambienti circostanti. La società greco-romana tendeva a disprezzare i poveri laddove i cristiani aiutavano con generosità non soltanto i propri poveri ma anche i poveri appartenenti ad altre confessioni religiose.”

Nella società più liberale la condizione della donna era di inferiorità e minata da infanticidi, matrimoni forzati e assenza di parità economica. Il cristianesimo offriva alle donne sicurezza e parità maggiori rispetto a quelle esistenti nel mondo classico antico.* Durante la terrible epidemia di peste scoppiata in-[inizia qui p. 25]torno al II sec. d.C. i cristiani si prendevano cura dei malati e dei moribondi della città, rischiando sovente la propria vita.”

*Qui Keller aggiunge a nota 30 (pp. 24-25): “Quest’affermazio e può soprprendere molti lettori, persuasi che le religioni del passato e del paganesimo fossero più favorevoli nei confronti delle donne rispetto a quanto avveniva nel cristianesimo. A motivo della condizione subalterna della donna nel mondo greco-romano non era prassi insolita abbandonare le neonate a morire di inedia: la donna era considerata un essere inferiore. La chiesa proibì ai suoi membri di fare altrettanto. Agli occhi della società greco-romana una donna non sposata non aveva alcun valore. La vedova era quindi obbligata a risposarsi entro i due anni dalla vedovanza. Il cristianeismo, invece, fu la prima religione a non costringere le vedove a riprendere marito. Esse erano anzi assistite economicamente e onorate all’interno della comunità e non si vedevano costrette a risposarsi qualora non desiderassero farlo. Quando si risposavano, le donne pagane perdevano qualsiasi diritto sui beni del defunto marito, mentre la chiesa consentiva alle sue vedove di mantenere il patrimonio e le proprietà dei mariti. Infine, i cristiani non credevano nella convivenza. Il cristiano che volesse vivere con una donna doveva sposarla; con ciò si assicurava alle donne maggior tutela. Era inoltre vietata la doppia morale (la legge dei due pesi e delle due misure…) pagana che permetterà all’uomo [qui inizia p. 25] di consumare rapporti extraconiugali e di avere delle amanti. In tutti questi modi le donne cristiane acquisivano uno status più paritario ed erano più tutelate delle donne appartenenti alle culture limitrofe. Per un approfondimento sul ruolo della donna nell’espansione della fede cristiana, vd. cap. 5 del libro di Rodney Stark, Ascesa e affermazione del cristianeismo. Come un movimento oscuro e marginale è diventato in pochi secoli la religione donimantie dell’Occidente (Linda, 2008).”

Tim Keller, Ragioni per Dio. La fede nell’era dello scetticismo, Casa della Bibbia, Torino 2014, pp. 24-25 (corsivo aggiunto; orig. ingl. The Reason for God: Belief in an Age of Skepticism).

Ci vediamo il 30 aprile-I maggio!