La Bibbia al popolo! “Il calice” nel Salmo 16:5

Nella prima lezione di come fare uno studio personale della Bibbia a 52:08 Simona fa una domanda a cui io dico di non saper rispondere. Dico comunque il modo in cui mi sarei mosso per affrontarla, se non sapessi l’ebraico, senza un buon commentario e così via. Puoi ascoltare un po’ prima e poi un po’ dopo (52:08) per sentire tutto quello che noi come gruppo abbiamo detto insieme in quella lezione sul salmo 16 (uno dei 4 brani dati come compito).

Ecco comunque è la procedura che nel filmato ho detto che avrei seguito, che illustrerò in questo post. Voglio che tu capisca di essere in grado di fare uno studio personale della Bibbia. Ce la puoi fare!

La domanda di Simona riguarda il significato della parola “calice” nel salmo 16:5:

“Il SIGNORE è la mia parte di eredità e il mio calice;

tu sostieni quel che mi è toccato in sorte.”

Prima ho fatto una semplice ricerca su laparola.net della parola “calice” nei salmi. Il contesto di 16:5 mi fa capire che in quel versetto la sfumatura di “calice” è positiva. Perché? Perché essa viene dopo la frase “il Signore è la mia parte di eredità” (cosa molto positiva). Questo mi fa capire che ciò che segue sarà, presumibilmente, anch’esso positivo (nota 1). E cosa segue? La frase “e il mio calice”. Così voglio vedere se c’è un esempio nei salmi dell’utilizzo di “calice” in senso positivo.

Facendo la mia ricerca in laparola.net nei salmi, trovo in effetti un altro utilizzo di “calice” con una sfumatura positiva (quelli con una sfumatura negativa non sono attinenti qui). Si tratta di 116:13:

“Io alzerò il calice della salvezza

e invocherò il nome del SIGNORE.”

Ho fatto tutto questo (studio personale) con il testo italiano e con l’aiuto della chiave biblica digitale di laparola.net.

A questo punto puoi fermarti o, volendo, andare avanti. Se guardi, per esempio, nella Bibbia da studio MacArthur, troverai un commento come segue sul salmo 16:5: segni di benedizione nell’Antico Patto (ho visto il commento nella Bibbia MacArthur di Aileen, ma non l’ho buttato giù subito, ma questo era il senso). Poi la Bibbia da studio di Carson (traduco dall’inglese) dice: “calice. Qui la metafora indica la benedizione di Dio (cfr. 23:5; 116:13)…”.

A questo punto vedo che il commentatore include anche il salmo 23:5 nei riferimenti biblici:

“Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca.”

Qui c’è la parola “coppa” e non “calice” ma in questo caso le due parole fungono da sinonimi, come “pennichella” e “pisolino”.

A questo punto io (che so le lingue originali) ho controllato l’ebraico e in questo caso “coppa” (23:5) e “calice” (16:5; 116:13) risalgono alla stessa parola ebraica. Quest’ultimo passo (sulle lingue originali) non saresti stato capace di fare, se non sai l’ebraico (come il 99 percento dei credenti sul pianeta). Ma qui non ne avresti avuto nemmeno bisogno di fare quel passo. Perché? Ripassiamo i passi fatti sopra che qualunque credente sarebbe in grado di fare:

1. Il contesto in cui “calice” si trova nel salmo 16:5, ti fa capire già che la sfumatura di “calice” è positiva.

2. Trovi (con la chiave biblica digitale nel programma gratuito laparola.net) un altro utilizzo di tale sfumatura positiva all’interno dei salmi, in 116:13.

Poi se hai una buona Bibbia da studio, per esempio in italiano la MacArthur, ci troveresti un commento utile, come sopra.

Questo ci fa capire che qualsiasi credente è capace di fare uno studio personale della Bibbia in riferimento agli obiettivi che abbiamo elencato nel filmato all’inizio della prima lezione: comprendere il brano per conoscere meglio e seguire meglio Dio. In questo tipo di studio non ci prefiggiamo di capire ogni dettaglio in modo esaustivo, piuttosto di comprendere il brano adeguatamente (pur in modo corretto) al fine di conoscere meglio Dio e i suoi propositi.

Riguardo alla prima lezione (avendo fatto anche i compiti sul brano da Galati) Rosemarie ha scritto:

“Pastore Pietro, devo assolutamente scriverle per ringraziare Dio d’averla usata per questi aiuti allo studio personale della Bibbia. Ho appena terminato Galati 1:6-10. È stato bellissimo e semplicissimo approfondire la Parola, il contesto, i passaggi chiave, trovare le curiosità, i collegamenti…sono entusiasta! Sono passate le ore senza che me ne sia accorta. Sono grata a Dio per lei e quanto ci aiuta nella conoscenza della Scrittura. Dio la benedica tantissimo! Rosemarie”.

La seconda di due lezioni è il 17 luglio, domenica mattina ore 9,15-10,15.

Buono studio!

Nota 1. Questo è qualcosa che riguarda in parte la natura della poesia ebraica. Sui vari generi (tipi) di letteratura nella Bibbia (poesia, narrativa, parabole, vangelo ecc.) un buon libro introduttivo è Come aprire le porte a una lettura informata della Bibbia di Gordon Fee e Douglas Stuart (in inglese, How to Read the Bible for All its Worth). Cfr. la mia breve recensione video di Come aprire le porte….

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