La differenza tra il Lazzaro “risorto” e il Cristo risorto

Giuseppe ha scritto: “Ieri stavo leggendo 1 Corinzi 15. Dai versetti 12 in poi, Paolo espone alcuni insegnamenti riguardo la resurrezione. Fra questi, ad un certo punto scrive che Cristo è “primizia” dei risorti. Ora, la mia domanda è: alla luce di quanto scrive Paolo, come bisogna intendere la resurrezione di alcune persone sia nell’AT sia nel NT? Queste persone hanno preceduto Cristo. L’unica cose che mi veniva in mente è che le resurrezioni di quelle persone sono di natura diversa, rispetto a quella di Cristo, perché certamente quelle persone sono morte nuovamente; contrariamente, chi risorge come Cristo non può più morire. Quindi, in questo senso, Cristo è stato il primo a risorgere per non morire più. Però forse mi sbaglio, per questo chiedo lumi.”

Ecco 1 Corinzi 15:20-23: “20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. 21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. 22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; 23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta.”

Sono d’accordo con Giuseppe. Aggiungo solo due cose.

1. Nell’Antico Testamento ci sono due persone che non sono morte per niente: Enoc ed Elia.

2. Sulla base di versetti come Filippesi 3:20-21 (riportati sotto) credo che possiamo dedurre che tutti i salvati (“credenti”, “eletti”, l’etichetta non è la cosa più importante qui) di tutta la storia universale un giorno avranno un corpo glorificato simile a quello di Cristo. Ovviamente, rientrano in questa categoria sia persone “risuscitate” come Lazzaro sia Enoc e Elia i quale non hanno mai visto la morte.

Filippesi 3:20-21: “20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.”

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