L’Insegnamento della croce, venerdì santo

L’Insegnamento della croce (video, audio e manoscritto disponibili) è la terza puntata in una serie di tre riflessioni sulla Croce di Cristo.

Ecco le prime due…

1. L‘importanza della croce (video, audio e manoscritto disponibili).

2. Il significato della croce (video, audio e manoscritto disponibili).

Brani da leggere per prepararti a celebrare la Pasqua

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2 Risposte a “L’Insegnamento della croce, venerdì santo”

  1. Salve Pietro,ho letto il suo articolo nel quale consiglia di usare la Nuova Riveduta come strumento di meditazione e predicazione della Parola di Dio. Ora,essendo ignorante in materia e fuori dagli “addetti ai lavori”,”εν τούτοις” devo dirle che innanzitutto la Nuova Riveduta è una versione pessima dal punto di vista della resa in Italiano dei contenuti, guarda caso di quelli più delicati riguardanti la natura di Gesù Cristo. È proprio un mirare dritto dritto al voler sbiadire la figura divina del nostro Signore. 1 Timoteo 3:16 ne è un palese esempio;
    e non mi dica anche lei,come mi son già sentito dire da diversi pastori, che non è una cosa grave e che anche quando leggiamo “Colui” anziché “Dio” tradotto dalla parola “Θεός”,comprendiamo ugualmente che si tratta di Gesù Cristo. La mia domanda però è: perché una parola così incredibilmente semplice come “Θεός” debba essere stata resa con”Colui”? Poi c’è in Matteo 1:25 nella N.R. riporta “un figlio”,mentre nella N.D. dice “il suo figlio primogenito”. Lei sa magari meglio di me cosa significa la primogenitura di Cristo di fronte alla grande eresia dell’adorazione di Maria come vergine che non ha avuto altri figli .Ad ogni modo, ci sarebbe tanto da dire ma non è credo il luogo più adatto per ampliarmi ulteriormente sull’argomento. Concludo dicendo che la Nuova Diodati che uso e che non è perfetta (lo chiarisco),risulta essere comunque più fedele al Textus Receptus rispetto alla N.R. e lo dico perché sono un madrelingua della lingua greca. Detto questo la saluto e le auguro ogni bene,in Cristo Gesù

    1. Ciao Gian Pietro e grazie per il tuo commento. Non ci sono traduzioni perfette e ci sono vari motivi per cui esse differiscono tra loro. Uno dei motivi riguarda il testo greco (parlando del Nuovo Testamento) che scelgono di tradurre. Questo, per esempio, è il caso di 1 Timoteo 3:16. Una tendenza degli scribi nella ricopiatura dei manoscritti fu quella di “migliorare” il testo. In quel caso è chiaro che uno di loro inserì theos (Dio) al posto del pronome relativo hos (colui). I critici testuali non hanno cambiato il testo originale, l’hanno semplicemente semplicemente ripristinato. Hai mai approfondito l’argomento della critica testuale? Se no, ti sarà utile il libro: Paul D. Wegner, Guida alla critica testuale della Bibbia – Storia, metodi e risultati. Ti farà capire il motivo per cui la stragrande maggioranza dei critici testuali non segue la Textus Receptus, ma anche tanti altri principi di cui tener conto nel tentativo di arrivare agli autografi. Per quanto riguarda la tua conoscenza del greco moderno, ti invidio! Sono stato nella bellissima Grecia un paio di anni fa e avrei voluto averti con me 🙂 Le lingue cambiano, però, e una conoscenza del greco moderno in realtà non è un gran vantaggio nella comprensione del greco koinè in quanto la lingua greca è cambiata tantissimo nei secoli che sono intercorsi. Infatti quando facevo vedere il mio Nuovo Testamento in greco ad alcuni greci con cui avevo a che fare (tipo negli alberghi dove soggiornavamo) nel tentativo di iniziare una conversazione evangelistica (in inglese), a malapena riuscivano a capirlo e si congratulavano con me di essere un professore di greco antico che (mi hanno detto) i greci studiano un po’ a scuola. Ringrazio il Signore per la tua passione per la sua Parola. Benedizioni in Cristo, Pietro Ciavarella

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