Un commento su un filmato di Danilo Valla: La costola di Adamo, un errore di traduzione?

Più volte delle persone mi hanno chiesto il mio parere sul filmato di Danilo Valla, La costola di Adamo un errore di traduzione (lo potete visionare qui). A suo tempo mi ero fatto degli appunti veloci sugli sbagli contenuti in questo filmato, che per i curiosi riporto sotto (all’asterisco singolo*). In questo posto parlo solamente di pochi di questi errori e poi faccio qualche riflessione più ampia.

Secondo Valla tutti i traduttori, ma tutti, hanno reso male la parola ebraica sela (uso qui una traslitterazione molto semplificata) in Genesi 2:21, 22, traducendola “costola” anziché “metà”. Solo lui ha capito quale dovrebbe essere la giusta traduzione; attenzione: solo lui (c’è un termine psicologico per questo punto di vista).

Beh, (quasi) tutto è possibile (in teoria), ma di certo non tutto è probabile.

E’ vero che solo qui nella Bibbia ebraica la parola sela è tradotta “costola”. Ma è anche vero che solo qui nella Bibbia ebraica si fa riferimento alla costola di un essere umano. Questo è un dato esegetico importante, trascurato da Valla.

C’è invece una cosa lessicalmente (= riguardo alle parole) interessante nella Bibbia italiana. In essa troviamo la parola “costato” nel Nuovo Testamento (= NT). Il NT è scritto in greco. La parola “costato” si trova quattro volte (riguardo a Gesù): Giovanni 19:34; 20:20, 25, 27. La parola greca qui tradotta “costato” è pleura. Nel NT pleura si trova una quinta volta, in Atti 12:7, dove è tradotta “fianco” (riguardo a Pietro).

Qual è qui la “curiosità” lessicale? Secoli prima che fosse scritto il Nuovo Testamento in greco, i traduttori della Bibbia ebraica in greco (detta la LXX o Septuaginta) scelsero proprio pleura per tradurre l’ebraico sela in Genesi 2:21, 22.

Genesi 2:21, 22: sela (Bibbia ebraica) > pleura (LXX) > costola (Bibbia italiana).

Giovanni: pleura (NT) > costato (Bibbia italiana).

Atti: pleura (NT) > fianco (Bibbia italiana).

Qui ribadisco: la LXX, una delle più antiche traduzioni della Bibbia ebraica (insieme ai targumim aramaici**) – per tradurre sela in Genesi 2:21, 22 – sceglie pleura; questo è poi lo stesso vocabolo adoperato da Giovanni per parlare del costato di Gesù e da Luca per parlare del fianco di Pietro. Riporto questi dati in modo oggettivo e accademico. Non c’è qui niente di misterioso o nascosto. Tutto sta alla luce del solo.

Come nei suoi altri filmati Valla pratica un approccio allegorico all’interpretazione della Bibbia. Tale approccio cerca dei significati nascosti nelle lingue originali. Ma il fatto sta che le lingue originali sono semplicemente lingue straniere (a noi) in cui altre persone parlavano e scrivevano (come facciamo noi con l’italiano). A noi non viene in mente di cercare significati nascosti, che so, nel tedesco, nell’inglese o nello spagnolo, tre lingue straniere moderne. Così perché dovremmo cercarli nell’ebraico, l’aramaico e il greco, tre lingue straniere antiche, quelle che Dio ha usato per far scrivere la Bibbia?

Non è necessario indicare gli altri sbagli di Valla. La base filologica della sua ipotesi è marcia (l’ironia è che un Valla, Lorenzo Valla, fu un grande filologo!). Da lì (basta vedere il video) Danilo Valla si lancia in una serie di interpretazioni allegoriche. A quel punto il gioco è fatto, perché il momento in cui qualcuno si sgancia dal significato “piano”, chiaro e semplice del testo (che sia il testo ebraico dell’Antico Testamento o il testo italiano del giornale), quella persona mostra di non essere più interessata a capire ciò che l’autore vuole comunicare – che si tratta di un autore umano della Bibbia o un autore umano di un articolo di giornale.

La cosa triste è che Valla dice di voler difendere l’ispirazione della Bibbia e di dimostrarne il carattere meraviglioso. Non ho motivo di dubitare che egli pensa di fare così. E sono d’accordo con lui sulla piena ispirazione della Bibbia e che la Parola di Dio sia meravigliosa, ma non a causa delle cose che Valla dice.

In merito all’interpretazione allegorica, una volta qualcuno ha mandato a me ed anche a tante altre persone (forse pure a te) questo linkQui invece c’è un filmato che super di gran lunga perfino Valla. E in questo c’è un ebreo che fa cose simili. Mentre qui si punta sull’alfabeto ebraico con valore numerico.

Queste cose non sono novità nella storia dell’interpretazione della Bibbia. Si tratta del metodo allegorico, usato da Filone d’Alessandria e poi da pensatori cristiani come Clemente di Alessandria. Per questo motivo essa viene chiamata la scuola “alessandrina”. Tale approccio alla Bibbia è in opposizione a quello della cosiddetta scuola “antiochena”, la quale cercava semplicemente di capire la Bibbia e spiegarla così come è scritta. Giovanni Crisostomo è un esponente di spicco di tale approccio e, non per caso, ritenuto uno dei più grandi predicatori della chiesa antica.

Fratelli predicatori e colleghi professori, spiegate la Bibbia al popolo di Dio. E’ di essa che la gente ha bisogno (della Parola di Dio), non delle nostre parole “creative”.

Io conosco l’ebraico, l’aramaico e il greco, e studio la Bibbia in quelle lingue. Ma spiego la Bibbia in italiano e non cerco significati nascosti nelle lingue bibliche. Volete sapere perché? Semplicemente perché dei significati nascosti non ci sono.

Ecco dei principi veloci che puoi seguire in merito a filmati come quelli di Danilo Valla, se non conosci le lingue bibliche.

  1. Se qualcuno dice che una dottrina è in un determinato modo a causa di qualcosa nel testo originale, il 99,9 percento delle volte sbaglia. Perché? Perché abbiamo diverse, ottime traduzioni della Bibbia in italiano. Se non trovi il punto che il predicatore/relatore propone in una traduzione italiana, è molto molto molto molto molto molto molto ma molto (hai capito il punto?) improbabile che sia come dice quel predicatore/relatore.
  2. Se qualcuno dice che la Bibbia è tradotta male, sbaglia. Perché? Perché abbiamo diverse, ottime traduzioni della Bibbia in italiano. Se pensi di aver avuto in questo momento un’esperienza di deja vu è perché ho ripetuto questa frase dal punto 1. Certe non tutte le traduzioni sono identiche e alcune sono tendenziose (un esempio di spicco è quella dei Testimoni di Geova), ma in quelle “normali” non ci sono tanti problemi.
  3. Tu ti puoi tutelare (e controllare qualsiasi predicatore/relatore) nel mettere a confronto più traduzioni italiane, quando non ti è chiaro il significato di un versetto. Un ottimo strumento per fare così è il sito di Richard Wilson.
  4. La Bibbia è chiara in italiano. Leggiamola e comprendiamola così come è scritta. Ecco in questa risorsa (Come leggere la Bibbia) fornisco dei semplici principi per la lettura della Bibbia.
  5. Qui invece sono due filmati su come fare uno studio personale della Bibbia.

In nota 9 a pagine 16 del mio libro Comprendere la Trinità (post collegato) indico lo sbaglio di un altro filmato di Valla e riporto anche un esempio strampalato di interpretazione allegorica trovato in uno dei cosiddetti “Padri apostolici” (cfr. Alcuni esempi dai Padri apostolici).

*Ecco ora per i curiosi gli appunti che ho preso velocemente durante il guardare e dopo aver guardato il filmato di Valla (credo tre o quatttro anni fa). Si tratta di cose flash. Forse un giorno li svilupperò (ma ne dubito). Ciò di cui abbiamo bisogno in Italia è di più esegeti evangelici; in questo momenti ce ne sono davvero pochi. Fino a quel momento tante persone (basta guardare il numero di visualizzazioni dei filmati di Danilo Valla), anche sincere, continueranno ad andare dietro alle ipotesi fantascientifiche di persone come Valla. In un contesto in cui ci fossero tante persone esegeticamente formate invece, ipotesi di questi tipi non verrrebbero accolto da tante persone.

  1. Filologia: There is a normal word “half” that isn’t used in Gen., filologia
  2. His “rib” comments and “richiudere” sono comunque discutibili a dir poco
  3. Ermeneutica: He’s attributed to the text things that were not relevant to Moses, DNA ecc. inside of Valla’s “half”
  4. Scienza, are there really 22 amino acids, I saw 20 on internet
  5. Is the distance really 400 (Stefano [mio cognato fisico con 2-3 dottorati conseguiti] said no)
  6. His use of Josephus is backwards. Josephus is trying to prove inspiration by tying the number of books to number of Hebrew alphabet. Ireneo 4 points of the world or wind for four Gospels, they are working backwards
  7. God speaks Hebrew?
  8. Hidden meanings ecc. to be mined. The Bible is God’s words so the examples can be infinite, is a bizarre statement.
  9. He is encouraging people to delight in God due to l’esoterica and not due to the clear words of Scripture. Shame on him
  10. On “rib” he criticizes all translations and scholars. Who is this guy reading, la Cabala?
  11. He is encouraging people to look for hidden meanings instead of looking to the larger narrative contexts. The context shows what the meaning of the parts are AND what’s important in the text.
  12. The fact that the sun and moon are signs has a totally diff meaning in context. At any rate the connection with taw is tenuous to be generous.
  13. Why do people like these things? They rightly want to hear about insp of Bible. They wrongly take pride in these bizzarie. Valla’s pride, he “knows” while other people don’t, is what they are mimicking.
  14. When the Scripture does apologetics it doesn’t point to these sorts of things. It points for example to fulfilled prophecy and the absurdness of worshiping idols that can be used to warm us. See the 40’s chapters in Isaia. Scripture is inspired and inerrant but Valla by finding things that aren’t there is improperly and tragically shifting people’s attention and siphoning off their energies and resources.
  15. The pride issue is also very prevalent in people saying that we other Christians have all misunderstood Bible, p.e. in regard to role of Is and “messianic” reading of NT. They rejoice in knowing that the Jewishness (as they describe it) of the Bible of Jesus ecc. has to be re-gained. Their information is often erroneous, or out of proportion to its import. They thus shift and siphon, even at best. They misinterpret often important themes of Bible and thus doing dishonor the God that say they want to honor. I see lots of ignorance and lots of pride here. Exactly what is often found in the leaders of these groups.

**Per quanto riguarda le versioni “ufficiali” dei targumim e altre traduzioni antiche, Bruce K. Walkte scrive (p. 56): “Da c. 100 d.C. a c. 500 furono prodotti gli ufficiali targumim aramaici, la peshitta siriaca, varie versioni [ingl. “recensions”] della LXX e la vulgata latina” (“Textual Criticism of the Old Testament and Its Relation to Exegesis and Theology”, pp. 48-64 in A Guide to Old Testament Theology and Exegesis. The Introductory Articles from the New International Dictionary of Old Testament Theology and Exegesis, Zondervan, Grand Rapids 1999, a cura di Willem A. VanGemeren).

Questo post fa parte della serie, Un commento su…

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6 Risposte a “Un commento su un filmato di Danilo Valla: La costola di Adamo, un errore di traduzione?”

  1. Ammetto di essere stato affascinato anche io, tanto tempo fa, dall’ipotesi interpretativa di Valla. Purtroppo internet è pieno zeppo di soggetti che si vantano di aver fatto “nuove e sconcertanti scoperte” da divulgare. In alcuni casi si tratta di soggetti in mala fede il cui unico interesse è screditare la Bibbia; in altri (pochissimi) casi, si tratta di soggetti che agiscono in buona fede e questo è il caso di Valla. Ma un errore è un errore e va combattuto.

    Ora, non entro nel merito perché non ne ho le competenze, però non posso che confermare quanto è detto nell’articolo. Ho consultato un lessico dell’AT (Grande Lessico dell’Antico Testamento, Vol. VII, Paideia, pag. 698) per un approfondimento sul significato del termine “sela”. Sebbene abbia un significato un pò incerto, è assodato che non vuol dire “metà”. Il senso più usuale è quello di “lato” ed in tale senso è usato come termine tecnico nell’architettura sacrale del tempio. È attestato nel libro di Samuele anche come “fianco (di un monte)”.

    L’idea di Valla probabilmente si rifà ad un’interpretazione giudaica del passo in questione (non ha dunque scoperto nulla di nuovo): secondo alcuni commentari ebrei antichi infatti, quel termine non significa costola, ma lato; Eva quindi sarebbe stata tratta da un “lato” di Adamo, ma cosa debba intendersi per “lato” è dubbio (esistono varei ipotesi). Recentemente, alcuni commentatori hanno proposto l’interpretazione genetica secondo la quale il “lato” sarebbe il cromosoma X. Rimangono comunque speculazioni ermeneutiche palesemente estranee al testo biblico.

    Una parola di commento la vorrei spendere sull’interpretazione allegorica. Concordo su quanto scritto nell’articolo, però vorrei fare anche notare che l’allegoria non è un metodo del tutto estraneo alla Scrittura. In Gal. 4, Paolo scrive [in riferimento ai figli di Abramo]:

    Galati 4:22-26:
    (22) Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla donna libera; (23) ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa. (24) Queste cose hanno un senso allegorico, poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar. (25) Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, che è schiava con i suoi figli. (26) Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre.

    È poi già attestata nel NT l’interpretazione tipologica per “scorgere” Cristo nell’AT; tale interpretazione rientra a rigore nell’allegoria: in I Cor. 10:1-4 si legge: (1) Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare, (2) furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare, per essere di Mosè; (3) mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale, (4) bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo.

    Ecco quindi che è solo attraverso un’interpretazione tipologica (allegorica) che la roccia può identificarsi con il Signore Gesù, poiché il testo, in sè stesso, non contiene questa informazione. Questi alcuni degli esempi che mi vengono in mente, ma potrebbero essercene altri.

    Il punto è che, a mio avviso, non è scorretto affermare che la Scrittura possa celare significati non immediatamente evidenti. Quando Gesù si trova a discutere con i discepoli sulla via di Emmaus, è necessario che il Signore “speghi le cose che lo riguardavano”, perché, evidentemente, non erano pienamente palesi. In Luca 24:45 il testo dice che Gesù “aprì la mente [dei discepoli di Emmaus] per capire le Scritture”. A tutt’oggi, gli ebrei affermano che le loro Scritture non parlano di Cristo; nemmeno il testo più palese, Isaia 53, parla del Messia: il servo sofferente è identificato infatti col popolo di Israele e non con un uomo.

    La questione comunque è lunga e complessa, ma quello che volevo evidenziare è che sì, il metodo allegorico può fare enormi pasticci e disastri, al punto da distorcere completamente il significato del testo; non è di certo il metodo standard o più auspicabile per leggere la Bibbia, ma un suo retto uso (convalidazione della storia dell’interpretazione ad esempio), può aiutarci a scorgere delle verità non immediatamente evidenti (come la messianicità del Signore). Per il resto, ricordo a me stesso Prv. 28:5: Gli uomini malvagi non comprendono ciò che è giusto, ma quelli che cercano il Signore comprendono ogni cosa.

    Se ci poniamo nelle amorevoli mani del Signore, ricerchiamo la sua guida nella comprensione e ci dedichiamo allo studio, non perdureremo in grossi abbagli.

    1. Di sicuro il tema è ampio. Personalmente, preferisco definire in modi diversi i termini tipologia e allegoria. Si tratta di una distinzione abbastanza standard nelle scienze bibliche. Per quanto riguarda lo scorgere Cristo nell’AT, ci sono più punti di vista rappresentati fra i credenti sinceri. Io mi limito a parlare di certezza nell’identificare Cristo nell’AT solo riguardo ai casi che vengono esplicitamente segnalati dal NT. Detto questo, sì, si tratta di un tema ampio ed anche molto bello. Grazie del commento.

      1. Magari, tempo e voglia permettendo, potrebbe trattare della definizione di allegoria e tipologia per chiarire maggiormente la questione.
        Sposo totalmente la sua linea, e cioè fermarsi alle chiare identificazioni che il NT contiene su Cristo; del resto “Sola Scrittura” implica anche questo, viceversa si corre il rischio di aggiungere altro alla Parola di Dio.
        Come scrivevo, ho citato il caso dei discepoli di Emmaus e, superficialmente, si potrebbe credere che essi furono privilegiati (e di certo lo furono!) rispetto a noi ad essere ammaestrati nella verità direttamente dal Signore. Ma nella provvidenza di Dio, abbiamo anche noi lo stesso privilegio loro, poiché è il Nuovo Testamento stesso a indicarci dove scorgere Cristo “nella Legge, nei Profeti e nei Salmi”.

        Il resto è, per quel mi riguarda, pura curiosità e interesse di studio.

        1. Allegoria è un termine con più significati. Per questo preferisco non adoperarlo in questo contesto. Per “tipologia” la definizione di F.F. Bruce mi sembra un buon punto di partenza: “Modo di esporre la storia biblica della salvezza affinché alcune delle sue prime fasi siano viste come anticipazione di quelle successive, oppure qualche fase finale come ricapitolazione o adempimento di una fase precedente” (Dizionario Biblico GBU, Chieti-Roma 2008, p. 1618 “tipologia”). La tipologia è uno dei tasselli più belli e più importanti della teologia biblica per comprendere rettamente e in tutta la sua straordinaria ricchezza la storia della salvezza.

          1. Grazie. È uno degli argomenti che mi interessa per cui sono sempre lieto di essere istruito in proposito.

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