E’ arrivata la fine del mondo . oppure ?

Recensione: Eckhard Schnabel, 40 Questions about the End Times, 40 Questions and Answers Series, Kregel, Grand Rapids 2011, pp. 345.

Chi è la bestia? Che cos’è il sionismo cristiano? Quali sono i segni della fine? Che cos’è il millennio? Chi sono Gog e Magog in Ezechiele e in Apocalisse? Chi sono i 144.000? Cosa vuol dire il numero 666? Gesù tornerà a breve? Ecco alcune delle quaranta domande che Schnabel affronta in questo ottimo libro sugli ‘Ultimi tempi’ (End Times).

Il libro ha vari pregi, tra cui la capacità esegetica dell’autore. Schnabel ormai da anni insegna materie neotestamentarie, prima nella sua Germania e attualmente negli Stati Uniti. Infatti è autore di più libri sia in tedesco sia in inglese. Forse possiamo annoverare la sua provenienza europea tra gli altri pregi di questo libro sull’‘escatologia’ (in breve, l’insegnamento sulla fine del mondo). Egli si rende conto che tanti evangelici nordamericani fanno dibattiti su argomenti a cui non si interessano molti evangelici europei. Non è un caso che i due best seller recenti che parlano della fine del mondo e sono conosciuti dagli evangelici italiani provengono dagli Stati Uniti: Hal Lindsey, Addio terra, ultimo pianeta, Centro Biblico, Napoli 1973 (ingl. 1970); e Tim LaHaye, Gli Esclusi, Armenia, Milano 2000 (ingl. 1995).

Non intendo dire che solo gli americani si interessano a queste cose. Infatti ci sono vari credenti in più paesi del mondo (e diversi in Italia) che si appassionano alla questione della fine. Ciononostante, negli ultimi decenni una grande spinta al riguardo proviene dagli USA (questo è documentato bene in Timothy P. Weber, On the Road to Armagedon. How Evangelicals became Israel’s Best Friend, Baker, Grand Rapids 2004). Nel suo libro Schnabel, un europeo trapiantato in Nord America, si prefigge di fare un po’ di chiarezza sulle domande più scottanti del dibattito. A mio avviso, ci riesce, anzi direi che fa canestro con questo libro.

Un aspetto utile della metodologia dell’autore è di far vedere opportunamente quante proposte sbagliate sono state avanzate per certe domande escatologiche molto gettonate. Per esempio, se il numero 666 (Apocalisse 13:18) fa riferimento a un essere umano preciso, a chi fa riferimento? A pp. 187-9 Schnabel presenta una tabella con diverse persone proposte, tra cui: il papa, Martin Lutero, Napoleone, Maometto e imperatori vari romani. Mi ricordo quando ero studente di teologia che in un culto della facoltà uno dei professori ha fatto tornare il 666 al nome del nostro decano (preside della facoltà), che era lì presente! Ma non si è offeso minimamente perché il predicatore illustrava quanto sia facile ‘manipolare’ i numeri come vogliamo noi.

Secondo Schnabel, un problema di fondo rispetto a diverse delle quaranta domande che affronta nel libro è l’approccio all’Apocalisse (Schnabel dedica il libro al suo collega professore Grant R. Osborne, autore del commentario sull’Apocalisse: Revelation. Baker Exegetical Commentary on the New Testament, Baker Academic, Grand Rapids 2002). Troppi credenti interpretano i dati trovati nell’ultimo libro della Bibbia come se esso fosse una lettera del Nuovo Testamento o qualcosa di simile. Il fatto sta invece che l’Apocalisse rientra in un genere letterario completamente differente da una lettera e non può essere compresa sulla base delle stesse regole. Il genere letterario dell’Apocalisse si chiama ‘apocalittica’. La letteratura apocalittica antica è ricolma di simboli e numeri e dipinge il mondo con forti distinzioni. Ci sono i buoni e i cattivi. C’è il bianco e il nero, niente grigio nel ventaglio apocalittico. Inoltre, nel caso specifico è probabile che nella sua struttura l’Apocalisse di Giovanni contenga delle ripetizioni e cicli. Se questa osservazione è vera, sbagliamo se presumiamo di trovare una sequenza cronologica rigorosa nell’Apocalisse.

In un questo post precedente ho recensito La teologia dell’Apocalisse di Richard Bauckham. Bauckham fa un ottimo lavoro nello spingerci a leggere l’Apocalisse come letteratura apocalittica. Il libro di Schnabel parte da quella base e affronta con pazienza e competenza le tematiche rappresentate nelle quaranta domande affrontate nel libro. L’organizzazione del libro, diviso in quaranta capitoletti, rende il libro facilmente consultabile, se siamo interessati a vedere subito come la pensa Schnabel su una specifica domanda del libro. Per questo motivo e a causa della competenza di Schnabel, consiglio calorosamente la lettura di quest’opera.

Ecco una recensione in inglese (presso The Gospel Coalition) di questo libro.

Cfr. questo post per un libro in italiano sull’Apocalisse consigliato da D.A. Carson.

Post collegato: Accento sulle cose giuste?