Imparando dalla storia della chiesa: Girolamo IV-V secoli

Imparando dalla storia della chiesa: Girolamo IV-V secoli

Quando ero un giovane credente, prima ancora di cominciare a studiare la teologia, il mio pastore mi incoraggiò a leggere le biografie di cristiani antichi e moderni. Ho preso sul serio tale consiglio e considero le letture biografiche una componente importante della mia formazione intellettuale-spirituale. Le biografie ci danno molte cose, tra cui la possibilità di vedere i punti positivi e i punti meno positivi di credenti influenti.

Ho appena finito una biografia su Girolamo che volevo leggere da tantissimi anni. Si tratta di  J.N.D. (nota 1) Kelly, Jerome. His Life, Writings and Controversies, Hendrickson, Peabody 2000 [=1975]. Come avrete già capito dalla data di pubblicazione, non si tratta di una biografia nuova, ma di qualche generazione fa. Perché ho atteso così tanto? Aspettavo da tempo di trovarla ad un prezzo abbordabile; quando quel momento è arrivato, l’ho ordinata subito.

Vedete, ci sono certi autori che sono quasi sempre bravi, sui quali, di conseguenza, possiamo quasi sempre contare. Per i miei gusti personali e per le mie esigenze intellettuali, J.N.D. Kelly rientra in quel gruppo. Avevo già letto la sua biografia su Giovanni Crisostomo, su cui forse un giorno scriverò un post, ed anche il suo libro classico sui credo cristiani (nota 2). E volevo approfondire meglio la vita di Girolamo, abilmente guidato da Kelly. Ne è valsa la pena aspettare!

Allora, quali sono alcune delle cose positive ed anche meno positive che vengono fuori dalla vita di Girolamo? Egli nacque a Stridone (Croazia). La sua data di nascita è contestata (dal 331 al 347) e morì o nel 419 o nell’anno successivo. Ciò che non è contestato è che egli fu un grande studioso cristiano. Kelly (p. 178) lo chiama “l’uomo più colto del suo tempo”. In un’epoca in cui tra i cristiani l’ebraico fu tenuto in poca considerazione, egli tenne ad imparare l’ebraico per potere conoscere a fondo le Scritture. Tradusse grandi porzioni della Bibbia dalle lingue originali ed è comunque l’artefice della traduzione latina, la Vulgata, che fu la Bibbia standard in occidente per un millennio. Scrisse commentari, difese la dottrina ortodossa di fronte a Pelagio e seguaci (anche se fu il suo contemporaneo più giovane, Agostino, ad avere il maggiore apporto anti-pelagiano). Non sorprende che la chiesa medievale dell’occidente diede a Girolamo, come anche ad Agostino, Ambrogio e Gregorio Magno il titolo di ‘dottore della chiesa’.

Per quanto riguarda il suo carattere, Kelly concorda con l’opinione diffusa: Girolamo era capace di essere un po’ tosto. Trattò con durezza i suoi avversari, di cui quello più noto è Rufino, ammucchiandogli addosso non pochi insulti. Girolamo visse come asceta ed infatti fece molto per portare l’ascetismo orientale nella chiesa occidentale. Egli trascorse diversi anni a Betlemme dove morì e fu anche sepolto.

Noi evangelici non siamo contenti dell’ascesi (detta anche ‘ascetismo’) di Girolamo. Egli decise di non sposarsi, e riteniamo questa una scelta personale legittima. Ma incoraggiò anche certe coppie spostate a vivere insieme senza avere rapporti coniugali. Non solo, egli consigliò ad altre coppie di incoraggiare le proprie figlie a non sposarsi per motivi religiosi. Ripeto, se un uomo o una donna sceglie di non sposarsi, non c’è nulla di male. Ma come potrebbe essere giusto prendere questa decisione per un nostro figlio o una nostra figlia? Tuttavia, con Girolamo ci troviamo già pienamente in quell’epoca stramba in cui tanti leader cristiani vedevano il celibato e il nubilato come uno stato superiore di spiritualità. Essi promuovevano una cosa buona (niente sesso biblicamente illecito) ma poi sono andati oltre a quella ‘cosa buona’ per arrivare a consigli davvero bizzarri: di considerare una cosa buona, il sesso all’interno del vincolo matrimoniale, come una cosa non buona.

Ben noto è il seguente brano di Girolamo: “La verginità è secondo natura, il matrimonio segue soltanto la colpa [la caduta]… Io lodo il matrimonio, perché mi dona delle vergini. Colgo la rosa dalle spine… Perché, madre, invidi la verginità di tua figlia?… Sei arrabbiata con lei perché ha scelto di essere sposata con un Re [Cristo] anziché con un soldato? Ella ti ha conferito un grande privilegio: ora sei la suocera di Dio!” (Lettera 22:19, 20) (nota 3).

Applaudiamo Girolamo per le sue capacità filologico-esegetiche, le quali lo portano, per esempio, a riconoscere il carattere sinonimico di ‘vescovo’ e ‘presbitero’ (nota 4). Girolamo fu un fedelissimo figlio della chiesa di Roma la quale, per lui, dovette essere guidata dal papa. Tuttavia, riguardo a questa sua osservazione filologica, se lui l’avesse seguita fino in fondo, l’avrebbe portato a conclusioni ecclesiologiche ben diverse. Nei suoi commentari Girolamo, a volte era molto ligio al testo spiegandolo come esso si presentava. A volte, invece, eseguì delle operazioni allegorizzanti imbarazzanti, a dir poco.

Cito il seguente esempio da Kelly (p. 191): Girolamo “spiega a Nepoziano che sarebbe erroneamente letteralistico considerare una ragazza vera Abisag, la Sunamita la quale (secondo 1 Re 1:1-4) i cortigiani di Davide trovarono per dormire con il vecchio re per scaldare il suo corpo infreddolito. Quello, invece, per cui Abisag sta [ascoltate bene qui Girolamo] è per la storia della saggezza che ‘brilla’ in un uomo vecchio, come nello stesso Girolamo (che aveva sessantatré anni quando scriveva questo), ma anche in un giovane che vive una vita consacrata al Signore.”

Eppure, nuovamente, ammiriamo la fermezza di Girolamo nel difendere il canone ebraico (p.e. p. 160), quando persone che non conoscevano l’ebraico, come Agostino, ritenevano ispirati libri che si trovano al di fuori di esso. Si tratta dei libri che i protestanti chiamano ‘apocrifi’, ma che i cattolici romani includono nella loro Bibbia, chiamandoli deuterocanonici. In questo noi ‘seguiamo’ Girolamo, i cattolici Agostino.

Kelly spiega come tanta iconografia cristiana dà un’immagine di Girolamo che poco corrisponde alla realtà. Un solo esempio. Girolamo è spesso ritratto da solo senza alcuna compagnia umana. Invece, dice Kelly, egli fu quasi sempre circondato dalle persone, e si sarà trovata molto raramente solo. Perciò: “il nomignolo del ‘solitario di Betlemme’ è quello meno adatto a Girolamo” (p. 334).

Forse la cosa più commovente della biografia di Kelly è come mette in evidenza il profondo ‘attaccamento’ di Girolamo a Paola e poi a sua figlia Eustochio. Il modo in cui egli influenzò Paola nella vita spirituale è ben conosciuto, come è ben conosciuto il sostegno economico ricevuto per il ministero in Betlemme da questa donna, una volta ricchissima. Ma quando in un primo momento Paola muore e poi più tardi muore la figlia Eustochio, Girolamo è colpito da un profondo lutto. Egli amò profondamente (con un amore puro e spirituale) queste donne (nota 5).

Quello che io amo di Girolamo è che, accanto ai suoi consigli non-biblici, comunque consigliava alla gente, donne e uomini, ragazzi e ragazze, a leggere la Bibbia. Anche se, a mio avviso (e all’avviso di altri evangelici) Girolamo si scostò dalle Scritture in più punti, mi ha colpito fortemente le molte volte in cui Kelly fa presente come Girolamo diceva a Caio o a Sempronio di leggere per sé la Bibbia. Allora, il grande Girolamo, il traduttore della Bibbia fu primariamente biblio-centrico?

Kelly (p. 335) scrive il seguente: “la sua influenza [di Girolamo] fu molto importante sia sull’ascesi latina sia sulla Mariologia della chiesa occidentale. Al centro del suo insegnamento stava la convinzione che la castità fu la quintessenza del messaggio del vangelo, e che la sua esemplificazione e prova supreme fu Maria, la madre vergine del Salvatore vergine. Questo complesso di credenze sarebbe rimasto un bastione portante della spiritualità della chiesa cattolica in occidente, e Girolamo ne fu uno dei suoi artefici principali”.

Io ‘seguo’ Girolamo? Nella sua passione per le lingue bibliche e per la Bibbia sì. In altre cose no.

Oggi siamo soliti ad ‘inoltrare’ o a ‘girare’ una email a qualcuno. In questo spirito voglio girarvi il consiglio datomi dal mio pastore una trentina di anni fa: leggete le biografie!

Nota 1: John Norman Davidson Kelly (1909–1997).

Nota 2: Golden Mouth. The Story of John Chrysostom, Ascetic, Preacher, Bishop, Cornell University, Ithaca 1995; I simboli di fede della Chiesa antica. Nascita, evoluzione, uso del Credo, nuova ed. riv. e corretta, Bologna, EDB, 2009 (ingl. Early Christian creeds).

Nota 3: cito tutto, incluse le parentesi quadre, da Tony Lane, Compendio del pensiero cristiano nei secoli, Voce della Bibbia, Formigine 1994, p. 59 (cfr. Kelly, p. 273). La voce su Girolamo (pp. 58-60) è un buon punto d’inizio per chi non ha tanto tempo per leggere.

Nota 4: cfr. Kelly, Jerome p. 147, compresa nota 46. Molto interessante sul carattere sinonimico di ‘vescovo’ e ‘presbitero’ è la Epistola CXLVI di Girolamo ad Evangelum [= Evagrio] PL §§1080-3 coll. 1194-5 <http://www.documentacatholicaomnia.eu/02m/0347-0420,_Hieronymus,_Epistolae_Secundum_Ordinem_Temporum_Distributae,_MLT.pdf>; trad. ingl. <http://www.ccel.org/ccel/schaff/npnf206.v.CXLVI.html>.

Nota 5: così importante fu Paola per Girolamo che Kelly dedica un capitolo (XXIII) a parte a ‘The Death of Paula’.

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