Le lingue originali e il pulpito, secondo Martin Lutero

Noi che conosciamo le lingue bibliche (il greco, l’ebraico e l’aramaico) dovremmo parlarne nei nostri sermoni? Ecco la risposta di Martin Lutero, il quale durante la sua permanenza nel Wartburg si mise a tradurre il Nuovo Testamento in tedesco dall’originale greco.

“Quando predico non mi rivolgo ai dottori e ai magistrati, il cui numero in questa chiesa si aggira intorno ai quaranta. Ho un occhio di riguardo per i tanti giovani, bambini e servi, il cui numero supera i duemila. Predico a questi, rivolgendomi ai loro bisogni. Se gli altri non vogliono ascoltare questo approccio, possono sempre andarsene! Un predicatore integro, consacrato a Dio e verace dovrebbe indirizzare la sua predicazione alle persone povere e semplici … quando i predicatori parlano con me possono mettere in mostra il loro sapere. Saprò come metterli con le spalle al muro! Ma spargere ebraico, greco e latino nei loro sermoni in pubblico, è un segno che si stanno semplicemente mettendo in mostra!”

Cito da Tim Chester e Steve Timmis, Chiesa Totale, Ed. GBU, p. 193, che adatta questa citazione dai “Discorsi a tavola” di Martin Lutero (Einaudi, Torino 1969).

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